Una delle isole minori più piccole della Sicilia ma allo stesso tempo una delle più belle e affascinanti dal punto di vista naturalistico, oggi vi portiamo alla scoperta della più occidentale delle isole Eolie, Alicudi.
L’isola di Alicudi, situata a ovest del margine dell’arco eoliano, sorge a circa 2000 m sopra il fondo del mare e si erge fino a 675 m in superficie. La fase emergente dell’isola è stata costruita in tre fasi principali di attività, ciascuna di esse separate da un collasso calderico sommitale. I prodotti vulcanici delle prime tre epoche eruttive affiorano lungo la costa occidentale dell’isola e sono costituiti da alternanze di colate laviche e depositi piroclastici di scorie, mentre i prodotti della quarta epoca eruttiva affiorano lungo il versante settentrionale dell’isola, costituiti da una successione lavica, caratterizzata dalla presenza di colate con intercalati livelli di lapilli scoriacei. L’attività eruttiva della quarta epoca termina con un collasso calderico il cui orlo, localizzato a circa 500 m di quota, delimita l’area sub-pianeggiante della sommità dell’isola. I magmi eruttati ad Alicudi sono complessivamente diversi da quelli delle altre sei sorelle, dal punto di vista geochimico risultano infatti essere i più “primitivi”, per tale motivo viene definita la meno eoliana.
Il vecchio vulcano, ormai spento, oggi è quello che viene chiamato Monte Filo dell’Arpa. Esso si erge per 675 m e e si inabissa per oltre 550 sotto il Mar Tirreno.
Alicudi, oggi, ha un piccolo centro abitato che si trova sul versante orientale, diviso in piccole frazioni: Alicudi porto, Contrada Tonna, San Bartolo, Contrada Pianicello e Contrada Sgurbio. Ma ciò che affascina di più dell’isola sono le sue spiagge, situate in delle insenature sparse pe quasi tutta l’isola.
Tuttavia, la sola spiaggia dell’isola a poter essere raggiunta agevolmente a piedi è una lunga distesa di sassi scuri che fiancheggia l’abitato di Alicudi e si sviluppa ai due lati del porto. La parte più lunga, ma anche più stretta, è quella meridionale, dove si alza lo Scoglio della Palomba, un grande arco di roccia e altri scogli minori come il Perciato, una roccia vulcanica forata (‘perciata’ in siciliano).
Non lontano da Alicudi Porto, raggiungibile in barca, si trova la spiaggia di Bazzina. Questo piccolo scorcio di terra prende il nome dall’omonima contrada. Una piccola, ma incantevole, insenatura bagnata da acque poco profonde e cristalline che bagnano la riva costituita prevalentemente da ciottoli. I fondali di quest’area permettono, agli appassionati, bellissime immersioni in apnea.
La più “selvaggia”
Gli unici mezzi di trasporto, utilizzati solo per i materiali, sono i muli, che hanno sostituito gli asinelli, meno robusti, e che da qualche tempo si vedono in carovane con un unico conducente. Non vi sono veicoli in circolazione, mancando le strade, ad eccezione di una striscia di pietre e cemento, che si stende per alcune centinaia di metri e serve per collegare al molo la centrale elettrica e il piazzale dell’eliporto per le emergenze. Ecco spiegato il motivo per cui, carinamente, definiamo Alicudi la più “selvaggia” delle isole Eolie.
L’isola delle “donne che volano”
Quello che affascina della storia dell’isola sono anche una serie di tradizioni tramandate da generazione in generazione. La più nota è quella delle donne volanti o “mahare arcudare”, donne in grado di trasformarsi in corvi e gatti, di gettare il malocchio e di fare incantesimi, ma soprattutto avevano il potere di alzarsi in volo per raggiungere Palermo, dove vi si recavano di notte. Una vera e propria allucinazione collettiva, che è stata spiegata in maniera scientifica un bel po’ di anni dopo. Fu notato, infatti, che la segale che utilizzavano per la panificazione in quegli anni contenesse il principio attivo dell’LSD, potente allucinogeno. Da qui, Alicudi è rimasta l’isola “delle donne che volano”, e questo titolo non può che aumentarne l’alone mistico e di interesse. Oltre a tutti i suoi altri splendori evidenti.
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