È il 1831, la terra trema. Il mare ribolle. A metà del mese di luglio un’esplosione in mare, cenere e lapilli si fiondano lungo tutta la costa meridionale. Un nuovo lembo di terra è emerso, è l’isola Ferdinandea, l’isola che non c’è (più).
L’isola Ferdinandea situata nel Canale di Sicilia, tra Sciacca e Pantelleria, è una vasta piattaforma rocciosa situata a circa 7 m sotto la superficie marina. Oggi costituisce i resti di un apparato vulcanico che emerse, appunto, nel 1831 in seguito ad un’eruzione di tipo surtseyana (forte eruzione freatomagmatica dovuta all’interazione tra magma e acqua). Tutto ebbe inizio con alcune scosse sismiche di fortissima intensità, avvertite fino a Palermo e che causarono gravi danni alla costa meridionale della Sicilia. I pescatori segnalarono morìe di pesci, causate molto probabilmente dall’esalazione dei gas vulcanici.
Il materiale eruttato, fuoriuscendo, diede origine ad un cono di scorie che crebbe fino ad una superficie di circa 4 km² e 65 m di altezza. Iniziò così una controversia di sovranità tra i governi francese, inglese e il Regno delle due Sicilie, allora retto da Ferdinando II di Borbone. Alla nuova isola vennero attribuiti diversi nomi: Julia dai francesi, Graham dagli inglesi e Ferdinandea dal capitano borbonico Giovanni Corrao, il quale, sceso sull’isola, piantò la bandiera borbonica battezzando l’isola “Ferdinandea” in onore del sovrano.
Questa aspra diatriba legale fu messa a tacere qualche mese dopo dal mare. In che modo? Semplicemente erodendo e facendo “sparire” l’isola. Trattandosi di materiale prevalentemente tefritico, facilmente erodibile dal moto ondoso, a conclusione dell’episodio eruttivo si verificò un rapido smantellamento erosivo dell’isola che scomparve definitivamente sotto le onde nel gennaio del 1832.
E oggi? Cosa resta dell’isola?
Alcuni studi di dettaglio affermano la presenza di un campo vulcanico, composto da una decina di piccoli edifici vulcanici, di cui fa parte anche il piccolo cono che rappresenta ciò che resta dell’effimera isola Ferdinandea. Esso è situato immediatamente a SE di un altro centro vulcanico, che rappresenta il cono più esteso di tutto il campo vulcanico; insieme, questi due coni formano un complesso vulcanico, identificato con il nome di Banco Graham.
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