Si è chiuso ieri il primo mese del trimestre estivo, e con l’inizio di luglio entriamo adesso nel cuore della stagione. Tirando le somme, il mese di giugno si è chiuso senza ondate di calore anomale né picchi eccezionali, pur tuttavia è risultato piuttosto caldo a causa del predominio, sin dai primi giorni del mese, del promontorio nord-africano sul Mediterraneo.
Fanno eccezione i pochi giorni di rinfrescata accompagnati da instabilità che hanno portato piogge e temporali su molte zone dell’isola tra il 18 e il 20 giugno.
Abbiamo però scelto una mappa e un grafico che sintetizzano il mese appena concluso e che rappresentano in modo emblematico un trend ormai costante degli ultimi anni, segnato da valori superiori alle medie climatiche di riferimento anche quando la prima percezione potrebbe essere quella di un caldo “normale”.

La prima mappa mostra l’anomalia della temperatura superficiale del mar Mediterraneo nella giornata del 30 giugno: si nota l’assoluta prevalenza del colore rosso, a testimoniare come il mare sia eccezionalmente caldo in tutto il Mediterraneo, con i picchi più evidenti sui settori nord-occidentali dove addirittura le acque sono anche oltre 5°C più calde dei valori medi di fine giugno.
L’anomalia è evidente però anche sui mari attorno all’Italia e alla Sicilia, fino a 2-3°C in più (in questi giorni le acque del basso Tirreno hanno già raggiunto temperature di 28-29°C).
Il riscaldamento del Mediterraneo con la prima ondata di calore a inizio giugno è proseguito in modo velocissimo durante tutto il mese senza mai arrestarsi, in assenza di un cambio di circolazione e a causa della persistenza nei bassi strati dell’anticiclone africano, cui è correlato un notevole rialzo delle temperature superficiali marine.
Il grafico in basso invece indica i valori delle temperature registrate nel radiosondaggio di Trapani Birgi alla quota isobarica di 850 hPa (1500 metri circa), ossia la quota di riferimento in libera atmosfera per valutare la portata delle ondate calde: la linea in rosso rappresenta l’andamento dei valori registrati nell’arco di questo mese, mentre quella in blu la media dei valori mensili di giugno considerando il periodo 1984-2024.

Anche in questo caso emerge un notevole scostamento dalle medie di riferimento: si nota subito come l’intero mese abbia registrato in quota temperature superiori alle medie di alcuni gradi (ad eccezione dei pochi giorni di calo termico a metà mese), ancor più rilevante a inizio giugno quando l’estate è ancora all’inizio e i valori medi risultano in genere un po’ più bassi.
Nei prossimi giorni sapremo quali sono state l’anomalie delle temperature al suolo, ma è certo che il mese abbia concluso ancora una volta decisamente al di sopra delle medie storiche (trentennali) di riferimento.
Questi dati sono essenziali per comprendere l’andamento climatico, sottolineando come anche in assenza di valori record o fasi di caldo anomalo (come avvenuto in questo giugno) ciò che più conta e che preoccupa maggiormente è il costante navigare sopra le medie climatiche, ed è ciò che accade puntualmente quando il promontorio nord-africano mette radici sul Mediterraneo imponendo lunghissime fasi calde alle nostre latitudini.
Giugno ha avuto un andamento quasi lineare ma sempre in un contesto molto caldo, con ripercussioni come abbiamo visto immediate anche sulle temperature del mare e non solo.
In questo caso, sappiamo che talvolta possono bastare pochi eventi (es. una “maestralata”) per rinfrescare un po’ le acque superficiali, ma gli eccezionali valori raggiunti durante il mese e il riscaldamento così prolungato rappresentano uno dei fattori in grado di mettere a rischio, tra le altre cose, la biodiversità dei nostri mari, oltre ad accumulare tantissima energia potenziale a disposizione dell’atmosfera con l’arrivo delle prime infiltrazioni fresche.
Infine, un ulteriore dato preoccupante ha riguardato nell’ultima settimana la quota dello zero termico, che sull’Italia ha addirittura superato i 5400 metri. Ciò significa che in libera atmosfera la temperatura è rimasta – tra il 29 e il 30 giugno – sopra +0°C anche oltre i 5000 metri di quota , un dato enorme e che esprime in modo significativo l’azione che il promontorio africano esercita in termini di riscaldamento nella troposfera: questo ha conseguenze evidenti sullo stato dei ghiacciai dal momento che tutte le vette alpine più elevate sperimentano giornate senza temperature negative, un fatto sempre più frequente negli ultimi anni.

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