Con l’avvio del mese di agosto ci dirigiamo verso l’ultima parte dell’estate meteorologica, spesso anche la fase più calda della stagione ma che vedrà almeno nel corso dei prossimi giorni una maggiore dinamicità rispetto alle scorse settimane, seppur relegata alle zone dell’entroterra dove si rinnoveranno condizioni di instabilità pomeridiana. Ciò è stato già evidente nelle giornate di domenica e lunedì, caratterizzate da episodi temporaleschi anche di forte intensità sui rilievi interni (soprattutto tra Monti Sicani, ennese, Nebrodi e Iblei), benché con fenomeni tipicamente molto localizzati.
Premettiamo subito che l’instabilità diurna si inserirà in un contesto pienamente estivo: almeno fino a metà mese infatti l’estate proseguirà più che spedita e senza particolari variazioni rispetto a questi giorni, con valori termici che si manterranno leggermente al di sopra delle medie del periodo pur senza eccessi (massime comprese tra +30/35°C). La situazione di disagio si acuirà comunque sulle zone costiere per via degli elevati tassi di umidità relativa e degli scarsi effetti mitigatori delle brezze marine, legati anche al forte riscaldamento delle acque superficiali dei mari.
A rendere un po’ più movimentata la situazione però, almeno per qualche giorno, un lieve calo dei geopotenziali con deboli infiltrazioni più fresche in quota che rinnoveranno condizioni di instabilità – ad esclusivo carattere diurno – con la formazione di nubi cumuliformi già dalla tarda mattina e il successivo sviluppo dei classici temporali di calore nelle ore centrali della giornata. Questa situazione si ripresenterà infatti già nelle prossime ore, ripetendosi in modo simile anche nei pomeriggi di mercoledì 7 e giovedì 8, mentre allo stato attuale l’instabilità pomeridiana dovrebbe risultare più blanda verso il weekend.
Con riferimento già alla giornata odierna, grazie alla mappa sopra allegata possiamo vedere quali saranno le aree dove vi saranno maggiori probabilità per lo sviluppo di nuclei temporaleschi durante le ore pomeridiane. Tra queste spiccano soprattutto le aree del centro Sicilia, nella fascia compresa tra le basse Madonie, il nisseno e l’ennese, ma anche i rilievi nebroidei, il comparto etneo e parte dei monti Iblei. Più ai margini invece dovrebbero risultare i rilievi settentrionali del palermitano e del trapanese, mentre maggiori probabilità ci saranno nuovamente sui monti Sicani tra le province di Agrigento e Palermo.
Come si può notare, le zone costiere saranno escluse da tali fenomeni, anche se la copertura nuvolosa accessoria potrebbe in molti casi estendersi nel pomeriggio anche alle coste.
Laddove si formeranno, le celle temporalesche potrebbero essere accompagnate da frequenti fulminazioni e fenomeni di forte intensità, in grado anche di produrre accumuli abbondanti ma decisamente localizzati in piccole aree. I fenomeni cesseranno in ogni caso ovunque entro sera.
Va infine precisato che questi fenomeni non serviranno certamente a migliorare la grave situazione siccitosa in atto sulla Sicilia, ma possono comunque risultare utili a dare un po’ di ristoro specie quando coinvolgono le zone degli invasi in sofferenza, come già accaduto negli ultimi due giorni quando forti piogge hanno interessato, tra gli altri, la diga Fanaco (Monti Sicani) e il Lago di Pergusa in provincia di Enna.
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