Nella tendenza pre-natalizia avevamo accennato ai primi movimenti invernali sullo scenario europeo verso gli ultimi giorni dell’anno, ma in quadro di forte incertezza modellistica. A che punto siamo, quindi?
Partendo dai movimenti presenti nella circolazione emisferica, l’unico dato chiaro che avevamo evidenziato riguardava il rinforzo di un campo di alta pressione tra il Regno Unito e la Scandinavia dopo Natale. Questo tipo di assetto barico si predisponeva alla possibilità di impulsi freddi in scorrimento sul fianco orientale di questa struttura anticiclonica verso alcune zone del continente.
Questo scenario in effetti si sta già verificando in queste ore, con un primo impulso artico diretto verso il Mar Nero e la Turchia, e si concretizzerà nei prossimi giorni con un secondo più incisivo affondo.
Tuttavia, rimanendo con lo sguardo solo su fine anno e inizio gennaio, adesso possiamo dire che l’Italia – ma la Sicilia soprattutto – rimarranno ai margini della circolazione fredda di origine artica.
UN PO’ PIÙ FREDDO VERSO CAPODANNO MA NESSUNA IRRUZIONE ARTICA IN SICILIA
Un dato dunque è certo: per quanto riguarda la nostra isola, fino all’avvio di gennaio non assisteremo ad alcuna reale irruzione fredda.

Per comprendere meglio, guardiamo il grafico (riferito a Palermo) che mostra l’andamento delle temperature attese in libera atmosfera a 850 hPa (1500 metri circa). Abbiamo evidenziato il modesto raffreddamento a ridosso di Capodanno, quando le correnti artiche arriveranno in modo intenso sui Balcani. Queste lambiranno la penisola italiana – con una rasoiata fredda sul versante adriatico – mentre la nostra isola sperimenterà solo un calo termico di alcuni gradi.
La linea rossa rappresenta la media trentennale: come si vede, nei giorni di Capodanno le temperature si porteranno su valori solo leggermente inferiori alle medie stagionali, normali per questo periodo invernale, con un raffreddamento più accentuato solo sulle zone orientali della Sicilia.
Tra martedì 30 e mercoledì 31, ultimi giorni del 2025, si attende comunque un po’ di instabilità, con piogge sparse e un calo diffuso delle temperature, oltre a qualche nevicata in montagna.
Dopo il 2 gennaio le linee del grafico si aprono in varie direzioni: queste rappresentano i diversi scenari proposti dal modello numerico, che a partire dal 3 gennaio mostrano ancora notevole incertezza. Pertanto, risulta arduo tracciare una tendenza affidabile già da quel momento.
evoluzione alla quota di 850 hPa verso fine anno
L’animazione in alto è una mappa emisferica delle temperature attese tra il 30 dicembre e l’1 gennaio sempre alla quota di 850hPa e mostra invece l’assetto sull’Europa. Il rinforzo dell‘alta pressione sul Regno Unito farà scivolare la massa d’aria gelida verso l’Europa orientale, interessando velocemente la nostra penisola (con freddo molto intenso sulle zone adriatiche) ma con effetti decisamente minori invece sulla Sicilia.
Nella fase successiva, come evidenziato dalla mappa in basso, un aumento della vorticità in Atlantico andrà a disturbare il posizionamento dell’alta pressione che sarà costretta a spostare i suoi massimi molto più ad ovest delle isole britanniche. Ciò stimolerà un nuovo impulso freddo diretto però verso l’Europa occidentale a partire dal 2-3 gennaio, che potrebbe lasciare l’Italia meridionale esposta invece a una rimonta del promontorio sub tropicale. Da qui in poi subentra l’incertezza modellistica di cui sopra.

CONCLUSIONI: LE TENDENZE MODELLISTICHE COMPLESSE E LE “ILLUSIONI” DEL WEB
Occorre però adesso fare delle precisazioni finali. L’evoluzione adesso proposta dai modelli numerici con maggiore chiarezza è coerente con quanto ipotizzato prima di Natale, poiché il posizionamento dell’Anticiclone andrà a favorire gli scambi meridiani con diversi impulsi freddi diretti dalle zone artiche verso l’Europa.
Tuttavia, avevamo sottolineato in modo chiaro come queste ipotesi non si sarebbero tradotte automaticamente in una fase fredda rilevante anche per le nostre zone. Quando le masse d’aria di origine artica si trovano a dover percorrere molta strada attraversando il continente la situazione previsionale diventa infatti estremamente complessa. Ciò ancor di più quando subentra lo sviluppo di depressioni in pieno Oceano Atlantico, che a catena influenzano il posizionamento del promontorio anticiclonico e la conseguente discesa dell’aria fredda sull’Europa.
Questo si traduce in un’elevata incertezza modellistica anche a pochi giorni di distanza, dovuta alla necessità per i modelli numerici di calcolare tutte le varie ipotesi possibili fino ad individuare gradualmente lo scenario più probabile.
Anche per questo abbiamo atteso diversi giorni prima di poter tracciare una tendenza di fine anno, evitando la ricerca del grande scoop come già avvenuto in questi ultimi giorni.

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